domenica, marzo 30, 2008

IL CAPITALISMO HA I GIORNI CONTATI

Il capitalismo ha i giorni contati. Con l’avvento delle nuove “economie straccione” dei paesi emergenti (p. es. Cina, India), i capitali delle nazioni industrializzate sono dirette verso questi paesi, convogliando una quantità abnorme di investimenti nel nome del profitto. Ciò finisce per aprire ancora di più la forbice della disuguaglianza tra classi sociali più ricche e classi sociali più povere, spazzando di fatto la classe media o quello che ne resta.
In nome di questo capitalismo selvaggio stiamo assistendo, quali spettatori, ad un arricchimento ulteriore delle classi dirigenti ed industriali, sempre più marcato.
Da quindici anni a questa parte, un gran numero di imprese transnazionali chiudono (o nella ipotesi più benevola, riducono), gli impianti che si trovano nei paesi occidentali, per trasferirli (nel linguaggio più crudo), in questi paesi in fase di espansione. Un classico esempio è quello in cui noi consumatori acquistiamo prodotti fabbricati in questi paesi, aumentando conseguentemente la disoccupazione in occidente.
In teoria si dovrebbe creare sviluppo in questi paesi e dovrebbe migliorare il tenore di vita delle popolazioni, però purtroppo non è cosi.
Le domande che sorgono spontanee sono: quanto durerà tutto questo? Se le popolazioni arriveranno tra 20 anni al massimo, ad equipararsi alle nostre abitudini di consumo (avendo un PIL, disoccupazione e IPC come le nostre società), saranno anche esse sature? Che succederà dopo? A chi si destineranno i nuovi prodotti, oppure, ci sarà un bacino di utenze atto a ricevere o consumare questi prodotti?
Dovremmo cambiare sistema economico, senza ombra di dubbio. Già lo prevedeva Marx, nei suoi scritti.
I dati della povertà in aumento sono molto preoccupanti, soprattutto in quelle nazioni pioniere del capitalismo. Per la disoccupazione altrettanto si è in crisi, per non parlare dell’incremento dei lavori atipici o a tempo determinato.
Ormai siamo diventati pedine di questo sistema-scacchiere e ci daranno scacco matto!
Il problema cruciale è: Quale sistema adottare in alternativa al capitalismo?, quali saranno le regole di funzionamento di questo nuovo sistema?.
Come ha scritto lo storico Hobsbawn in un giornale recentemente: “I paesi industrializzati si vedono a trattare con questi paesi emergenti in condizioni di parità. Perciò il nuovo equilibrio riguarderà i rapporti tra le antiche potenze e quelle emergenti”.
Per concludere credo anch’io come Hobsbawn, che dovremo tornare all’illuminismo, iniziare a credere nel progresso umano, con la ragione, la trasmissione del potere e l’azione collettiva.
Battaglia Salvatore Bruno

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