venerdì, settembre 15, 2006


Road map...Ora si pensa al Libano....

mercoledì, settembre 13, 2006

A proposito di...Munich

per chi non lo sapesse Munich è l'ultimo film di Spielberg e fa riferimento all'attentato di Monaco del 1972. Il 5 settembre del 1972 un commando palestinese che faceva capo a Settembre nero fece irruzione nella palazzina che ospitava gli atleti israeliani al villaggio olimpico di Monaco. Due di loro vennero uccisi, gli altri, presi in ostaggio, morirono all'aeroporto dopo un tentato blitz della polizia tedesca. Il primo ministro israeliano Golda Meir indice una riunione coi capi politici e militari e ordina l'uccisione dei responsabili,Dice "in casi estremi lo stato deve rompere i limiti morali". Viene organizzato un gruppo eterogeneo a capo del quale viene posto Avner Kauffman (Bana), agente del Mossad. Il gruppo elimina sette degli undici responsabili, ma Avner riesce a tornare a casa, in famiglia, completamente trasformato. Sono messi in evidenza i dubbi, i perchè dell'azione, la necessità di avere prove documentate sulle vittime. Il gruppo diventa un'autentica macchina da guerra militare. Da vedere. Mi sembra che Spielberg tenti anche una evidenza dell'"umanità" dei palestinesi, ossia di evidenza del loro punto di vista sul conflitto, sul senso della terra, sul sentirsi profughi. La spirale della guerra, degli attacchi terroristici, delle vendette, si ritorce agli stessi mandatari, carnefici e vittime a loro volta, con un senso di precarietà della vita che male si accorda coi desideri (la famiglia, i figli, la casa). Mi hanno colpito diverse cose, due delle quali sono: 1.quando la madre di Avner dice con toni decisi: "Finalmente un pezzo di terra l'abbiamo" 2.quando nel finale Avner invita a spezzare il pane Efraim, il capo dei servizi segreti israeliano, perchè "l'essere breo" si concreta -nel caso del film - in un'osservanza religiosa, in un credo religioso e non nell'appartenza alla nazione, alla terra.
Cosa restituisce l'identità ebraica? Io non credo certo uno Stato-nazione, forse neanche il credo religioso. Così come mi chiedo in cosa possano riconoscersi gli arabi palestinesi. Un conflitto che dura da un secolo e che non mi sembra abbia sbocchi,soluzione. Mi piacerebbe avviare un confronto. Guerra di razze o di popoli? In una fase di crisi, la teorica tedesca Arendt non perde tempo a criticare la deriva di destra dei sionisti chiamandoli "fascisti" senza che avessero il corporativismo del fascismo, ma solo perchè legavano alla terra di Palestina ogni possibile progettualità politica che potesse "riconoscere" anche gli arabi palestinesi,la pura esaltazione della nazione.

lunedì, settembre 11, 2006

Ciao a tuttti!Finita la vacanza e...tutti al lavoro. di nuovo, sigh!;-))Sono andata a vedere ieri "la perla che non c'è", il film di Gianni Amelio con Sergio Castellitto. Mi è piaciuto,di un piacere "mentale" però, nel senso che non sono riuscita a farmi trascinare emotivamente se questo era l'intento del film che riproponeva la metafora del viaggio del giovane operaio manutentore italiano alla ricerca dell'identità sottratta.Ci sono due mondi a confronto: l'Italia dei licenziamenti, delle riconversioni industriali,delle vendite dei pezzi vecchi come l'altiforno -come se fosse un passaggio di testimone a quel paese in corsa che è la Cina.Quello che ho apprezzato tantissimo perchè alta è la mia curiosità verso questo paese sono le fotografie di un paese immenso,dai vari paesaggi, dai milioni di abitanti -8000 in un solo parco condominiale, e io mi lamento del mio!-Condizioni di vita ovviamente contraddittorie,povere,proprie di un paese che sta vivendo un boom di produzione industriale inverosimile: un enorme cantiere.La Cina non è così lontana.La stella che non c'è per me è un paese che da noi viene ancora legato all'esotico, alle tradizioni, ai templi, alla meditazione, alla responsabilità e alla solidarietà.E invece è un paese in totale rivolgimento.La centralina che Vincenzo Buonavolontà con santa pazienza cerca di consegnare alla fabbrica che ha acquistato l'altiforno italiano finisce buttata via tra altri ferri vecchi da altri operai che non pensano più di tanto a cosa potrebbe servire giacchè altre già ne avevano provato con insuccesso.Non è più il paese di Mao.E le narrazioni individuali lo confermano.Bisogna vederlo e...forse rivederlo.