mercoledì, settembre 13, 2006

A proposito di...Munich

per chi non lo sapesse Munich è l'ultimo film di Spielberg e fa riferimento all'attentato di Monaco del 1972. Il 5 settembre del 1972 un commando palestinese che faceva capo a Settembre nero fece irruzione nella palazzina che ospitava gli atleti israeliani al villaggio olimpico di Monaco. Due di loro vennero uccisi, gli altri, presi in ostaggio, morirono all'aeroporto dopo un tentato blitz della polizia tedesca. Il primo ministro israeliano Golda Meir indice una riunione coi capi politici e militari e ordina l'uccisione dei responsabili,Dice "in casi estremi lo stato deve rompere i limiti morali". Viene organizzato un gruppo eterogeneo a capo del quale viene posto Avner Kauffman (Bana), agente del Mossad. Il gruppo elimina sette degli undici responsabili, ma Avner riesce a tornare a casa, in famiglia, completamente trasformato. Sono messi in evidenza i dubbi, i perchè dell'azione, la necessità di avere prove documentate sulle vittime. Il gruppo diventa un'autentica macchina da guerra militare. Da vedere. Mi sembra che Spielberg tenti anche una evidenza dell'"umanità" dei palestinesi, ossia di evidenza del loro punto di vista sul conflitto, sul senso della terra, sul sentirsi profughi. La spirale della guerra, degli attacchi terroristici, delle vendette, si ritorce agli stessi mandatari, carnefici e vittime a loro volta, con un senso di precarietà della vita che male si accorda coi desideri (la famiglia, i figli, la casa). Mi hanno colpito diverse cose, due delle quali sono: 1.quando la madre di Avner dice con toni decisi: "Finalmente un pezzo di terra l'abbiamo" 2.quando nel finale Avner invita a spezzare il pane Efraim, il capo dei servizi segreti israeliano, perchè "l'essere breo" si concreta -nel caso del film - in un'osservanza religiosa, in un credo religioso e non nell'appartenza alla nazione, alla terra.
Cosa restituisce l'identità ebraica? Io non credo certo uno Stato-nazione, forse neanche il credo religioso. Così come mi chiedo in cosa possano riconoscersi gli arabi palestinesi. Un conflitto che dura da un secolo e che non mi sembra abbia sbocchi,soluzione. Mi piacerebbe avviare un confronto. Guerra di razze o di popoli? In una fase di crisi, la teorica tedesca Arendt non perde tempo a criticare la deriva di destra dei sionisti chiamandoli "fascisti" senza che avessero il corporativismo del fascismo, ma solo perchè legavano alla terra di Palestina ogni possibile progettualità politica che potesse "riconoscere" anche gli arabi palestinesi,la pura esaltazione della nazione.

2 commenti:

lunanera ha detto...

Il discorso del 12 agosto di Carl Messineo.

Un attivista ebreo americano esprime solidarieta' alla lotta palestinese. Quello che segue e' il discorso tenuto da Carl Messimeo alla Marcia Nazionale su Washington del 12 agosto. Il discorso ha ricevuto una risposta travolgente e in seguito e' stato richiesto da molti degli individui presenti.

Carl Messineo
Fonte: A.N.S.W.E.R. Coalition - 13 agosto 2006

13 settembre 2006

In quanto ebreo americano, non c'e' nulla che io desideri per le genti del Medio Oriente quanto la pace. Ma non e' sufficiente chiedere solo la pace, o la fine della violenza. Dobbiamo chiedere che si ponga fine all'ingiustizia.
Perche' fintanto che le ingiustizie nel Medio Oriente permarranno, ci sara' una violenza infinita volta all'oppressione e ci sara' resistenza a quest'oppressione.

La formula di Israele - uno stato costruito sul dominio del popolo ebreo su terre storicamente arabe - e' la formula per un conflitto senza fine. E' anche la formula delle potenze imperialiste e del governo statunitense che si servono di Israele come di un tramite nei loro sforzi di ricolonizzare e stabilire un dominio geopolitico sul cosiddetto "nuovo Medio Oriente".
Non c'e' sicurezza per nessuno. Ne' per i Musulmani, ne' per i Cristiani, ne' per gli Ebrei. Israele e' destinato ad essere sempre uno stato guarnigione, cingendosi di mura per proteggersi dagli Arabi e dalle popolazioni indigene che hanno lavorato la terra per secoli e che cercano di riavere cio' che e' loro di diritto.

Gli Israeliani affermano che il massacro del Libano avviene in difesa del Sionismo. In quanto ebreo progressista, non voglio avere nulla a che fare con quell'ideologia brutale ed ingiusta.
All'interno dell'establishment politico ebraico c'e' chi accusa di antisemitismo chiunque osi condannare questi terribili atti, o chi fondamentalmente condanna Israele.
Ma opporsi al Sionismo non e' la stessa cosa di essere antisemiti. Si puo' essere ebrei e credere che l'imposizione di una teocrazia ebraica nelle terre storiche della Palestina sia un ostacolo non solo ai diritti intrinsechi dei Palestinesi, ma anche alla convivenza pacifica di quei Musulmani, Ebrei e Cristiani che fanno del Medio Oriente la loro patria.
Si puo' essere ebrei e condividere un legame significativo con la propria religione, etnia o cultura, ma rifiutare l'idea che la sofferenza degli Ebrei per mano di altri autorizzi in qualche modo Israele ad impegnarsi in una violenza brutale, in omicidi e torture, ad infliggere punizioni collettive, ad opprimere o massacrare i Libanesi, i Palestinesi, o altri.
Si puo' essere ebrei e sostenere il diritto dei Palestinesi a tornare nelle loro terre. Non solo in Cisgiordania, ma a Gerusalemme, Tel Aviv, Haifa, in qualunque posto da cui siano stati cacciati.
Da che parte sto nel conflitto tra Israele e il Medio Oriente? Proprio qui, dalla parte dei Palestinesi. Proprio qui, dalla parte dei Libanesi. Proprio qui, dalla parte dei molti ebrei che richiedono dei cambiamenti radicali per amore della giustizia e della convivenza pacifica. Continueremo a parlare di questo, e non verremo messi a tacere da minacce o intimidazioni. Continueremo a lottare con amicizia sincera e nel rispetto reciproco finche' raggiungeremo insieme una pace duratura nelle terre storiche della Palestina, in Libano, in Iraq e in tutto il Medio Oriente.


Note:

Carl Messineo è un avvocato americano che si batte per i diritti civili e co-fondatore insieme a Mara Verheyden-Hilliard dell'associazione Partnership for Civil Justice.

Il link al testo originale in inglese:
http://answer.pephost.org/site/News2?abbr=ANS_&page=NewsArticle&id=7969&news_iv_ctrl=1621


L'autore delle foto è Danny Hammontree. Le foto sono disponibili con licenza creative commons sul sito http://www.flickr.com/photos/digitalgrace/ e liberamente utilizzabili a scopi non commerciali citandone l'autore.


Traduzione di Martina Perazza per Peacelink.
Il testo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali citando la
fonte, l'autore e il traduttore.

meinong ha detto...

Non sapevo di questa posizione di Hannah Arendt. Ma ricordo di aver fatto anni fa un tema ad un'amico sulla questione palestinese e di aver scritto che gli ebrei si erano tumulati nello Stato di Israele e che la salvezza per i Palestinesi sarebbe stata di rimanere sparsi per il mondo.
Grazie per la dritta.