sabato, ottobre 15, 2005

L'eclissi del lavoro

Mentre Mina ed Italo si confrontano via telefono, mi stimolano ad intervenire sul blog con alcune riflessioni che spero suscitino altri interventi. Dopo una prima ricognizione fatta personalmente e da altri redattori e collaboratori della rivista, si è constato la difficoltà di aggregare altre giovani forze intellettuali sull'analisi delle problematiche legate al lavoro. Ciò secondo me è la spia di una rimozione radicale della prospettiva marxiana, obliando la centralità delle dinamiche relative agli assetti produttivi e lavorativi assolutizzando altre dimensione dell'esistente. Come rivista ci aspetterà l'arduo compito di cercare di rimettere al centro del dibattito politico-culturale un tema assai scottante e dalle forte implicazioni sociali, politiche e culturali di cui, di questi tempi, non convene parlarne sia a livello accademico sia a livello politico.

3 commenti:

lunanera ha detto...

Non so se è effettivamente un processo di rimozione o semplicemente un fatto di competenze "accademiche". Il punto su cui sono d'accordo è che non è facile parlarne al di fuori della solita chiacchierata tra amici dove in qualche modo emerge per lo più l'informazione e l'esperienza. Siamo veramente poco abituati a riflettere sul lavoro e sulle trasformazioni del lavoro e sulle ricadute che ha sulle nostre vite; non riusciamo a codificare le fluide trasformazioni del mondo finanaziario e globalizzato come se poi esistesse una discrasia tra il nostro quotidiano-locale e il mondo.Quando parlo con amici e colleghi dell'università vedi che storcono un po' il naso, che ti dicono che è un tema difficile...come se poi la stessa questione del precariato non li riguardasse in profondità. Forse è il segno che ognuno cerca solo di salvarsi la pelle!

meinong ha detto...

Il problema è che la teoria parla sempre degli altri.
parlare di sè smuove sempre troppe cose...

meinong ha detto...

Parlare del lavoro costringe a parlare dello strumento (che noi non possiamo assicurare a noi stessi) con il quale ci sosteniamo materialmente e ci legittimiamo moralmente
Comprendere che tale fondamento è incerto (l'alienazione?)
mette in questione il proprio ruolo e le prorie aspettative sociali e l'immagine che abbiamo di noi stessi