sabato, dicembre 10, 2005

Argomenti di Del Bò contro la selezione dei destinatari

Del Bò propone una serie di argomenti interessanti contro la selezione dei destinatari del reddito di cittadinanza
Egli dice:
  1. E' difficile operare la selezione
  2. Chi ha bisogno spesso non è informato, non si espone, non richiede
  3. Chi sta nel sistema di sicurezza è disincentivato ad uscirne (Del Bò dice che se il lavoro dà poco più del reddito di cittadinanza, a che rinunciare al reddito di cittadinanza?)
  4. Si determinano trappole della disoccupazione ed esclusione sociale
  5. L'inattività comporta una degradazione delle competenza professionali
  6. C'è una perdita sociale dei frutti delle attività economiche di chi non intende uscire dal sistema di protezione sociale
  7. Vi sono notevoli costi amministrativi per la verifica delle condizioni necessarie per l'erogazione del basic income
  8. Vi sono costi sociali come l'intrusione nella privacy
  9. Dandolo a tutti basta essere iscritti all'anagrafe e il reddito di base è cumulabile con qualsiasi altro reddito (e dunque non disincentiverebbe il lavoro)
  10. Il ricco che riceve il basic income spende più tasse per finanziarlo

Facciamo a questo punto alcune considerazioni sulla argomantazioni svolte da Del Bò

  • Un organizzazione pubblica o statuale ha bisogno di raffinare i propri sistemi di monitoraggio sociale, non di rinunciarvi
  • Se si dà a tutti, non bisogna mai più porsi il problema della sua sostenibilità economica
  • Il basic income deve anche scoraggiare un mercato del lavoro selvaggio, dunque deve incoraggiare un più alto costo di ingresso (per i datori) nel mondo del lavoro. Se fosse cumulabile ognuno accetterebbe un lavoro ad un salario qualsiasi. Ad es. un basic income dovrebbe essere associato ad una legge del salario minimo (come in Germania mi pare) Una soluzione potrebbe essere che, supposto un basic income di 500 euro a persona, un'azienda che ti assume riceverebbe dallo stato 500 euro a condizione che ti assuma ad es. ad una salario minimo di 1100 euro e che paghi su quei 1100 euro (500+600 erogati dall'azienda) le corrispondenti spese fiscali e previdenziali (le prime come sostituto d'imposta). Sarebbero esclusi imprenditori, liberi professionisti e rentiers il cui reddito superasse una certa somma prefissata per legge
  • Il non ricevere un salario non vuol dire inattività e degrado (oltretutto il lavoro precario non mi sembra meno degradante). Potrebbe voler dire attività non mercificabili (es. attività di cura, culturali etc.)
  • A Napoli la maggior parte dei percettori di poco reddito sono benissimo informati sulle provvidenze pubbliche a loro favore (quindi [2] non mi pare proprio indiscutibile)

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