lunedì, settembre 11, 2006

Ciao a tuttti!Finita la vacanza e...tutti al lavoro. di nuovo, sigh!;-))Sono andata a vedere ieri "la perla che non c'è", il film di Gianni Amelio con Sergio Castellitto. Mi è piaciuto,di un piacere "mentale" però, nel senso che non sono riuscita a farmi trascinare emotivamente se questo era l'intento del film che riproponeva la metafora del viaggio del giovane operaio manutentore italiano alla ricerca dell'identità sottratta.Ci sono due mondi a confronto: l'Italia dei licenziamenti, delle riconversioni industriali,delle vendite dei pezzi vecchi come l'altiforno -come se fosse un passaggio di testimone a quel paese in corsa che è la Cina.Quello che ho apprezzato tantissimo perchè alta è la mia curiosità verso questo paese sono le fotografie di un paese immenso,dai vari paesaggi, dai milioni di abitanti -8000 in un solo parco condominiale, e io mi lamento del mio!-Condizioni di vita ovviamente contraddittorie,povere,proprie di un paese che sta vivendo un boom di produzione industriale inverosimile: un enorme cantiere.La Cina non è così lontana.La stella che non c'è per me è un paese che da noi viene ancora legato all'esotico, alle tradizioni, ai templi, alla meditazione, alla responsabilità e alla solidarietà.E invece è un paese in totale rivolgimento.La centralina che Vincenzo Buonavolontà con santa pazienza cerca di consegnare alla fabbrica che ha acquistato l'altiforno italiano finisce buttata via tra altri ferri vecchi da altri operai che non pensano più di tanto a cosa potrebbe servire giacchè altre già ne avevano provato con insuccesso.Non è più il paese di Mao.E le narrazioni individuali lo confermano.Bisogna vederlo e...forse rivederlo.

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