mercoledì, novembre 08, 2006

Napoli da vedere

Che la politica sia ridotta ad una passerella o in termini "alti" ad un estetismo privo di senso è testimoniato dal fatto che nessuno dei nostri pseudorapprasentanti vuole mancare ai vari programmi in cui far sfoggio di sè e della propria parte politica.Non ho ancora capito se è un modo tafazziano di farsi dire quanto fanno schifo oppure giocano effettivamente alla creazione del consenso tra i qualunquisti, quelli che quotidianamente ti rispondono coi soliti luoghi comuni e non sai mai dove faranno pendere la bilancia, se a destra o a sinistra.Sono d'accordo con te che nessuno della sinistra napoletana abbia levato una sola voce che non fosse la solita zuppa mediocre, tradotta poi all'osso: pro o contro Bassolino, pro o contro la Iervolino, oppure tanto per dare una rimescolata: abbiamo questo e quello...Dimentichi delle proprie radici?Troppe sono state le evoluzioni per diventare forza di governo.E ora?C'è un'alternativa?Il movimento è decapitato?Dov'è?Sicuramente il blocco di potere che c'è a Napoli è duro da scalfire, ma la cosa che mi preoccupa di più è quello ci potrebbe aspettare dopo.Io non credo che la repressione delle forze armate veramente possa dettare una svolta se non far vedere -anche qui :un'immagine -che lo Stato centrale è presente.Anche nel '90 con l'operazione Parthenope vennero impiegati più di 500 uomini per un po'e con quali esiti?Certo il numero delle vittime della camorra et alia sono in diminuzione e allora perchè si parla della guerra selvaggia e Napoli come campo di guerra?Si stanno facendo esplodere le contraddizioni di Napoli in modo confuso.Che sia solo un modo per giustificare altre operazioni?....

giovedì, novembre 02, 2006

Come sa di sal...la montagna nostra

http://www.larassegnadischia.it/Rassegna%202005/rass3-05/napolisogna.htm
Fioccano di nuovo attraverso i media, i luoghi comuni su Napoli.
Secondo una consolidata fisiologia, la camorra produce morti.
Secondo una consolidata fisiologia di riflesso i media producono cazzate.
Secondo una consolidata patologia di ultrariflesso la politica produce tamponi.
Ora è facile prendersela con Bassolino.Ma la fine del ciclo politico di Bassolino si incrocia con il problema della camorra solo per motivi propagandistici. Altro non v'è.
Se andiamo alle statistiche, negli anni 1979-1984 si sono avuti 769 morti per camorra, negli anni 1986-1991 1075 morti, negli anni 1994-1999 763 morti, negli anni 2000-2005 576 morti
(la mia fonte sono poche righe dell'ormai famoso libro di Saviano)http://www.internetbookshop.it/ser/serdsp.asp?feature=cover&isbn=8804554509
Un bassoliniano potrebbe dire che con la gestione Bassolino la situazione sia migliorata.Ma il punto è che Bassolino c'entra poco, nel bene come nel male...Qui si tratta di una storia antica...ma vale la pena fare alcune osservazioni:
1) Quando non ci sono morti, secondo voi va tutto bene ? La camorra in questi casi non c'è ?
2) Un intervento dello Stato che sia in profondità dovrà occupare decenni e dovrà essere oggetto di una sorta di costituente, con una strategia condivisa da tutte le forze politiche, e con un impegno di risorse economiche e finanziarie che dovranno essere rastrellate in qualche modo. E sulla disponibilità a concorrere economicamente si dovrà misurare la nostra indignazione...(non pugnette, direbbe qualcuno...)
3) Il problema va affrontato così, perchè la camorra come tutte le organizzazioni criminali a base territoriale, ha una sua profonda ragione, legata al rapporto all'interno degli stessi Stati-nazione tra zone a differente livello di sviluppo economico. E questo è un problema che ha la Russia, ha l'Italia, ha il Sudamerica, e forse presto avrà la Gran Bretagna, se le zone come la Scozia rimarranno sempre indietro rispetto alle altre.
4) La politica liberistica, con i tagli alla spesa pubblica (è inutile girarci intorno), aggraverà la situazione, perchè bisogna investire nella scuola, nell'assistenza, nella pubblica amministrazione.E noi DOBBIAMO ESSERE BEN DISPOSTI VERSO LE IMPOSTE E ATTENTI A COME I SOLDI VENGANO SPESI, sempre che vogliamo avere un punto di vista "pubblico" sulla realtà (e come blogger inevitabilmente abbiamo questa pretesa, nonostante gli attestati di modestia e di minimalismo personale).
5) A mio parere uno dei primi interventi (e qui la condivisione generale so che scricchiolerebbe alquanto) non è l'esercito, ma la legalizzazione di tutte le droghe (pesanti e leggere): lo Stato deve produrre un sacco di roba e far crollare i prezzi. Lo Stato deve porsi il problema di far crollare il mercato. Solo così si darebbe un duro colpo a queste organizzazioni. Altro che esercito, altro che tolleranza zero. Ma come, uno Stato che vende droga ?Sì. E sarebbe un bene etico, come quando lo Stato all'interno del proprio territorio si è assicurato il monopolio della violenza. In Italia questo monopolio non ce l'ha. E per assicurarselo deve garantirsi il monopolio di tutta la produzione che in Italia è fuori legge, ma che ha mercato.Altrimenti non si cava un ragno dal buco.

Italo

mercoledì, novembre 01, 2006

Noi siamo con Roberto Saviano, autore di Gomorra.

Alcuni ragazzi della provincia di Caserta hanno scritto due lettere, una a Roberto e l'altra al Presidente della Repubblica. Su questo sito potete leggerle e firmarle.

http://www.sosteniamosaviano.net/

Anche questa intervista va letta.

Napoli è morta?

Devo dire che è da molto che intendevo dire qualcosa su Napoli, ma non trovato mai l'occasione giusta, forse le parole giuste.Io sono indignata per quanto sta accadendo a Napoli e nel suo hinterland ma non riesco a gridare che è un nuovo medioevo, che siamo alla deriva, che tutto è finito, che la politica fino ad oggi è pura estetica.Non riesco ad essere nichilista fino in fondo, non mi permetto di riconoscerlo perchè temo i risvolti dell'assunzione di questa posizione.E' più forte di me:amo Napoli. E non so dire perchè o per che cosa,mi ha sempre intrigato.Un città maledetta ma viva, forse troppo.Vengo dalla sonnacchiosa provincia.Mi sento ferita ogni volta che se parla come se fosse "la fogna da bonificare" perchè è così che ne parliamo quando ci lamentiamo, quando denunciamo l'arroganza e la prevaricazione dei napoletani, la loro mancanza di senso civico e rispetto.Perchè allora sorprenderci se qualcun'altro, magari un leghista, lo dice per noi?Ho seguito, leggendo, alcuni dibattiti su Napoli e mi sono resa conto che si tratta di un problema complesso, molto intricato sia per le radici storiche sia per le implicazioni socio-economiche.Ma siamo così sicuri che non influiscano anche fattori presenti in altre città?Siamo sicuri che "i segni" non siano quelli di persone senz'anima che sono al Nord, come al Centro, come al Sud?A Napoli grava il silenzio di molti.Lo sappiamo fin dalla fine degli anni Novanta.L'immobilismo e il conservatorismo politico in fondo lo abbiamo accettato e con esso anche le trasformazioni a livello globale e locale.Ma questo può esimerci anche solo dall'esprimere uno sdegno?E siamo sicuri che sia la cosa giusta fuggire, trasferirci al Nord, oppure badare alla nostra sopravvivenza dicendo semplicemente"e la sinistra che fa?" Sinistra o destra, non c'è differenza!D'accordo: il tessuto sociale è sgretolato, e allora? questo necessariamente implica la fuga?Certo non si trova pace perchè effettivamente manca una risposta, o una decisione da parte di tutti, per non dire politica....capire Napoli è però un dovere.