venerdì, gennaio 12, 2007

Interessante ricerca sul lavoro atipico

Il lavoro atipico: la nuova faccia dello sfruttamento

Quest'anno per le analisi sui lavoratori parasubordinati, Ires è affincata dalla Facoltà di Scienze della Comunicazione dell'Università La Sapienza. Due le indagini. La prima è una elaborazione dei sui dati Inps, la seconda una ricerca demoscopica su attese e condizioni di lavoro degli atipici.

Sono 1.475.111 i lavoratori parasubordinati attivi iscritti, nel 2005, all'Inps gestione separata. A questi vanno aggiunti 209.960 lavoratori con partita Iva individuale, sempre iscritti alla gestione separata dell'Inps.
Insomma, un esercito di 1.685.071 lavoratori precari. Il 90% di loro ha un unico committente e un reddito annuo non superiore a 10 mila Euro. Le donne guadagnano circa la metà degli uomini. L'età media è pari a 41,2 anni, ma le donne sono più giovani (37, 4 le donne e 44 anni gli uomini).

"Finalmente - sottolinea Filomena Trizio, segretaria nazionale NidiL Cgil - abbiamo a disposizione dati non approssimativi ed elaborati con la massima trasparenza grazie all'Osservatorio permanente sul lavoro atipico in Italia, nato dalla collaborazione di NidiL, IRES e Università La Sapienza".
"Attraverso le indagini commissionate da NIdiL - continua- è possibile leggere dall'interno questo mondo vario e, spesso, nell'ombra dell'atipico. L'indagine per interviste parla, racconta di un mondo dove la caratteristica dominante (80%) è la dipendenza economica dall'unico committente e in cui ci si "sente" (85%) lavoratore dipendente; accomunato, pur nei diversi livelli di professionalità, dal basso rendimento economico (1 su 2 guadagna meno di 1.000 Euro) specie fra le donne. Un mondo fatto di lavoratori privi di diritti elementari; un mondo che perde, con il passare del tempo, la fiducia in sè e nella possibilità di migliorare: forse anche per questo un mondo senza figli (82%).

"Sono confermati quei problemi, percezioni di se, tematiche rilevate attraverso il lavoro di anni: si conferma quindi anche il giudizio che, in questo mondo, si insedia la "moderna" forma di sfruttamento del lavoro. Da questo punto di vista parasubordinazione, precarietà e area del sommerso, pur con tutte le differenze, rappresentano oggi per il Sindacato l'emergenza lavorativa a cui dare risposte".

"Il superamento del dumping con il lavoro dipendente e la richiesta di stabilizzazione (insieme il 60%) - conclude Filonema Trizio- pongono, entrambe, il problema di superare l'abuso nel ricorso a queste forme di lavoro: per il futuro, eliminando l'attuale forte convenienza economica per i datori; per il presente riportando a lavoro dipendente ciò che autonomo non è (vedi per tutti i call center). Nel contempo la richiesta di maggiori tutele (30%) pone la necessità di rendere dignitosa e vivibile la parasubordinazione nella sua dimensione vera.La piena coincidenza di tali richieste con le priorità individuate e praticate da NIdiL e dalla Cgil nel suo insieme è ovviamente per noi ulteriore spinta a procedere nel percorso faticosamente avviato".

Sul sito http://www.nidil.cgil.it/ alla voce news si posssono scaricare i dati.

Nessun commento: