venerdì, marzo 28, 2008

il ' 68

il professor Giulio Tremonti

Nei dibattiti televisivi per la compagna elettorale è solito usare l’argomento che la sinistra è fatta sempre degli stessi uomini, lui sarebbe il nuovo, eh eh eh ehe .

A metà degli anni settanta diventa docente di Diritto Tributario nell’Università di Padova, Macerata e Parma, e subito comincia a fare attività professionale in una società di consulenza e di intermediazione finanziaria, la Sem, nel cui consiglio di amministrazione entrerà il 12 giugno 1985.
Attraverso il meccanismo delle scatole cinesi, dalla Sem si giunge alla Eurogest, società che per prima, seguendo i finanzieri USA, introdusse la collocazione pubblica dei certificati di partecipazione a iniziative immobiliari: vengono definiti titoli atipici perché sono una specie di obbligazione che non garantiscono il rimborso del capitale investito. In quegli anni, oltre ad ottenere commissioni dal Vaticano, l’Eurogest, tramite una sua consociata, la Interpharos advisors, iniziò a fare affari anche sulla piazza di Mosca.
Negli anni ottanta Tremonti inizia a interessarsi di politica e collabora al Corriere della Sera per dieci anni, dal ’84.
Di famiglia liberale, si avvicina alle idee socialiste ed è candidato nel partito di Bettino Craxi alle politiche del 1987, ma già dal 1979 era consigliere dei Ministri delle Finanze, incarico che manterrà fino al 1990.
Lo sfaldamento della prima repubblica e la distruzione dei due maggiori partiti, la DC e il PSI, per mano della Magistratura, perché accusati e condannati per corruzione, vede Tremonti alleato di Mariotto Segni con quale viene eletto di nuovo deputato nel 1994. All’esaurimento di questo cartello elettorale – il Patto Segni- per via dell’avvento del maggioritario, Tremonti passa a Forza Italia e diventa Ministro dell’Economia e delle Finanze del primo governo Berlusconi, incarico che terrà fino al 2005.
Per anni è stato molto critico nei confronti dei condoni utilizzati dai vari governi della prima Repubblica: “ In sudamerica il condono fiscale si fa dopo il golpe. In Italia lo si fa prima delle elezioni, ma mutando i fattori il prodotto non cambia: il condono è comunque una forma di prelievo fuorilegge” ( dal Corriere della Sera, 25 settembre 1991).
Quando fu ministro, Tremonti varò i condoni, ricevendo anche una denuncia da parte della Unione Europea nel 2002.
Nel 2004 dovette dimettersi. I conti della finanziaria risultavano truccati. Mancavano due miliardi di euro tra il preventivo delle entrate e la riduzione reali delle spese. Alle critiche della sua stessa maggioranza rispose che si trattava di escamotage contabile.
Nel 2005 sarà richiamato d'urgenza per stilare la Finanziaria 2006.
Fonte http://www.wikimedia.it/ e Internet

Da economista di Berlusconi, a parte le fantasiose proposte di vendere le spiagge ai privati per 100 anni, o introdurre la pornotax del 25%, la proposta di stampare biglietti di carta da un euro anzicchè far circolare la moneta metallica, come vedremo, riconferma il suo ruolo di manipolatore economico. Certamente pensava alla differenza che esiste tra la carta stampata e il valore che indubbiamente contiene la moneta metallica.
Ma era un artifizio che fu rifiutato dagli organismi economici, perché quel valore stampato sulla carta avrebbe alterato il parametro di Mastricht del 3% tra deficit pubblico e Prodotto Interno Lordo.
Un artifizio che a Napoli avrebbe guadagnato l’appellativo di “Bancunaro” – erano faccendieri senza lavoro che dal dopoguerra, fino agli anni settanta, allietavano le feste di paese con baracconi dove venivano messi in palio pacchi in cui c’erano regali al di sopra del valore del biglietto di partecipazione, ma che nessuno mai vinceva – .

Assieme a Berlusconi, che ha scoperto la nuova professione di Fachiro per risolvere i problemi dei lavoratori al grido di “Alzati Ali-Italia!”, formano una inossidabile coppia. Ma deve essere ricordato anche come l’inventore del meccanismo dell'otto per mille sull'Irpef.
Studiato quand’era consulente del governo Craxi, sulle pagine del Sole 24 Ore dell'84, fu definito una mostruosità giuridica, perché assegna alla Chiesa cattolica anche donazioni non espresse. Infatti, il 60 per cento dei contribuenti lascia in bianco la voce "otto per mille", ma grazie al 35 per cento che indica "Chiesa cattolica" fra le scelte ammesse, il Vaticano si accaparra quasi il 90 per cento del totale.
Al momento il nuovismo di Tremonti non trova opposizione, perché la cosiddetta sinistra non ha il coraggio di confessarlo apertamente.
Difatti al protezionismo dichiarato di Tremonti che vede realisticamente il mercato pieno di merci cinesi, alle quali vuole porre limiti doganali, qual è la differenza che oppone la sinistra quando predica la ricerca scientifica per introdurre nelle merci più valore aggiunto? La differenza è che Tremonti, pragmatico com’è, vede il suo paese minacciato, mentre la sinistra che è più dialettica, vede il mercato mondiale e la possibilità di infrangerne la concorrenza con nuovi prodotti ad alta tecnologia, che possono funzionare come un monopolio con il quale drenare più ricchezza nello scambio con gli altri paesi.
Se questa è la differenza che li distingue nella politica verso i capitalisti concorrenti, resta un punto fermo tra loro: per gli operai deve esserci più produttività e salari sempre meno corrispondenti alla ricchezza che producono, ed una società che nel suo complesso va sempre più in basso.
È questo il destino cui vogliono indurre gli operai. Ma, una folta schiera di loro hanno più che compreso che le merci, pur rappresentando il terreno della concorrenza, all’opposto, possono anche rappresentare il terreno della loro solidarietà internazionale. Perché sono fatte dalle stesse persone: gli operai.
Allora per Tremonti finirà il bel tempo in cui poter fare battutine cui nessuno può rispondergli.
Elp 26-3- 2008

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