sabato, gennaio 07, 2006

giustificazioni liberiste del reddito di base

Per i neoliberisti (prendendo spunto da un'intuizione di Milton Friedman circa l'imposta negativa) il reddito minimo contribuisce a creare quelle condizioni sociali di sfondo che consentono a tutti l'esercizio delle libertà economiche e incoraggia le nuove iniziative imprenditoriali. Essa prende atto del fatto che ci sono persone che vivono del proprio lavoro e persone che non sono in grado di farlo e non necessariamente per colpa loro.Il reddito di base assolve la funzione di aiutare la forza di lavoro debole a sopportare gli effetti della precarizzazione del lavoro e della disoccupazione di lunga durata.Alcuni liberalsocialisti, preoccupati dei crampi della mano invisibile, tipo John Baker dicono che il reddito minimo dà corpo al diritto di non lavorare quale garanzia contro l'assenza di un'occupazione soddisfacente per tutti
Alan Carling invece dice che il reddito di base può costituire lo strumento che permette di evitare le transazioni non volontarie per cui un operaio che avesse a disposizione un reddito di base non sarebbe costretto a svolgere lavori sgradevoli per assicurarsi i mezzi di sussistenza
Nozick a questo argomento obietta che non c'è nulla di costretto nella scelta dell'operaio la scelta di una persona fra gradi diversi di alternative sgradevoli non è resa non-volontaria dal fatto che altri volontariamente hanno scelto ed agito secondo i loro diritti in modo da non rendere disponibile un'alternativa più gradevole
Ovviamente qui Nozick confonde scelta volontaria con scelta libera, ma una scelta che non abbia alternative concretamente perseguibili può essere consapevole quanto si vuole, ma libera non lo sarà mai. Inoltre Nozick ha una concezione dei diritti che non concepisce l' autolimitazione reciproca del loro esercizio a condizioni date e che dunque risulta essere oltremodo astratta.Del Bò osserva che qualcuno dovrà fare il lavori sgradevoli, ma dimentica come pure in precedenza che questo lavoro può essere temporalmente redistribuito, attraverso una parte del tempo di lavoro di ognuno svolta per l'esecuzione di lavori socialmente utili
Ci sono a queste interpretazioni anche le critiche da sinistra secondo le qualiil reddito minimo fa parte di una politica di palliativi che vuole proteggere la società dalla decomposizione della società del lavoro senza sviluppare una dinamica sociale che apra loro prospettive di emancipazione (Gorz prima maniera)
Inoltre il reddito di base se concepito come reddito di sopportazione, sancirebbe la marginalità e l'esclusione sociale, si rovescerebbe in un formidabile meccanismo di esclusione, una sorta di salario di subalternità, destinato cancellare ogni potere di contrattazione e di resistenza delle classi lavoratrici.Si tratterebbe di un riflesso della dualizzazione del mercato del lavoro in cui si contrapporrebbero una minoranza di lavoratori con le competenze per avere lavoro stabili, interessanti e ben pagati e una maggioranza di persone non qualificate e destinate a lavori sottopagatiA queste obiezioni si possono contrapporre le seguenti considerazioni:
1. il reddito minimo tende proprio a contrastare il lavoro precario che esisterà e si svilupperà sempre, se rimarrà valido il principio che ognuno deve lavorare per soddisfare i suoi bisogni primari. Invece il reddito minimo è legato al principio che i bisogni primari vanno soddisfatti senza la mediazione del lavoro, in quanto il lavoro è una merce la cui domanda può essere considerata in flessione di lungo
2. Il salario di subalternità esiste già e con esso la dualizzazione del mercato del lavoro, anzi c'è una scomposizione molto più segmentata del mercato del lavoro che rende molto difficile l'azione di difesa dei diritti dei lavoratori
3. Quanto alla dinamica di liberazione, al momento nè le istituzioni statali, nè quelle dei partiti, nè quelle più interne al mondo del lavoro sono riuscite a completare dinamiche di liberazione. Non si può chiedere al reddito minimo di farlo. Esso può generare solo le condizioni perchè le nuove soggettività vengono costituite o liberate e la condizione principale è la fine del ricatto del bisogno e la liberazione del tempo

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